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6 Luglio 2025Lo scorso 24 giugno, all’Auditorium Bachelet della Domus Mariae di Roma, più di trenta associazioni hanno presentato la campagna “Ministero della Pace, una scelta di Governo”, con l’appoggio convinto di Azione Cattolica Italiana, Fondazione Fratelli Tutti, Comunità Papa Giovanni XXIII e ACLI L’idea: dotare lo Stato di un dicastero dedicato a coordinare disarmo, educazione alla non-violenza e diplomazia preventiva, rendendo la pace un tema strutturale dell’agenda politica.
«Non è un sogno ingenuo, né una proposta folkloristica per anime belle: è una necessità storica, culturale e politica» – è il messaggio emerso con forza dal convegno. Padre Francesco Occhetta (Fondazione Fratelli Tutti) ha parlato di un modello sociale «non fondato sul dominio, ma sul dialogo»; mentre Emiliano Manfredonia (ACLI) ha ricordato che per preparare la pace «bisogna prepararsi con scelte radicali, non con armi e paura».
Le radici di questa proposta affondano nell’intuizione di don Oreste Benzi, che già nel 1994 scriveva al governo: «Gli uomini hanno sempre organizzato la guerra. È arrivata l’ora di organizzare la pace». Dalla sua visione nacque nel 2017 la campagna nazionale oggi sostenuta da oltre trenta enti del mondo ecclesiale e civile, diventata bozza normativa pronta per il Parlamento.
Sul piano istituzionale il Ministero colmerebbe il “puzzle” di competenze ora distribuite fra Esteri, Difesa, Istruzione e Servizio Civile. L’articolo 11 della Costituzione, ricorda il giurista Andrea Michieli, “pretende che siano create le condizioni perché la guerra sia eliminata” – e l’assenza di un presidio unico rende frammentari i programmi di cooperazione, disarmo e difesa civile non armata. Un unico dicastero permetterebbe dunque di valorizzare le tante esperienze di pace già attive nel Paese, offrendo loro un riferimento stabile e garantendo coerenza alle politiche pubbliche.
La proposta interpella anche noi, che a Rimini abbiamo respirato la testimonianza di don Oreste. Custodire questo seme significa continuare a costruire, giorno dopo giorno, relazioni fondate sulla giustizia e sulla fraternità, perché la pace non resti desiderio ma diventi scelta condivisa.





